Utilizzando la tecnologia di risonanza magnetica funzionale (fMRI), si è dimostrato che l’intenzione a distanza (DI, definita come l’invio di pensieri a distanza), è correlata con l’attivazione di alcune funzioni cerebrali nei destinatari.
Undici guaritori che usavano una qualche forma per connettersi o guarire a distanza sono stati reclutati dalle Hawaii. Ogni guaritore ha selezionato una persona con la quale sentivano un legame speciale come ricevente per DI. Il ricevente è stato inserito nello scanner MRI e isolato da tutte le forme di contatto sensoriale dal guaritore.
I guaritori hanno inviato forme di DI che si riferivano alle loro pratiche di guarigione a intervalli casuali di 2 minuti che erano sconosciuti al destinatario. […] Le aree attivate durante le procedure sperimentali includevano l’area cingolata anteriore e media, il precuneo e l’area frontale.
Si è concluso che dar istruzioni a un guaritore di stabilire una connessione intenzionale con una persona sensorialmente isolata può essere correlato ai cambiamenti nella funzione cerebrale di quell’individuo.
– Achterberg J, Cooke K, Richards T, Standish LJ, Kozak L, Lake J. Evidence for correlations between distant intentionality and brain function in recipients: a functional magnetic resonance imaging analysis. J Altern Complement Med. 2005 Dec;11(6):965-71.
doi: 10.1089/acm.2005.11.965. PMID: 16398587.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/16398587/