di Ricardo Fragnito
Ne forniamo un breve estratto.
Il termine ๐๐ฟ๐ฎ๐ป๐๐๐บ๐ฎ๐ป๐ฒ๐๐ถ๐บ๐ผ si presta ad interpretazioni equivoche poichรฉ nell’immaginario collettivo viene interpretato come ๐ฝ๐ฒ๐ฟ๐ฑ๐ถ๐๐ฎ ๐ฑ๐ฒ๐น๐น๐ฒ ๐ฐ๐ฎ๐ฟ๐ฎ๐๐๐ฒ๐ฟ๐ถ๐๐๐ถ๐ฐ๐ต๐ฒ ๐๐บ๐ฎ๐ป๐ฒ in favore di comportamenti ispirati ad atteggiamenti disincantati e automatici che sono propri delle tecno-logie.
Non appare infondata questa interpretazione e ciรฒ alla luce di due considerazioni:
1. la prima nasce dagli innesti tecnologici che vengono, sempre piรน, applicati al corpo umano e
2. la seconda, di carattere filosofico, nasce da una visione illuministica della persona.
Questa interpretazione lascerebbe presupporre che l’emancipazione dell’umanitร non puรฒ che intersecarsi con quella della tecnica.
Non appare, quindi, strano che l’implementazione tecnica dell’uomo dovrebbe indurre ad un ๐ฟ๐ฎ๐ณ๐ณ๐ฟ๐ฒ๐ฑ๐ฑ๐ฎ๐บ๐ฒ๐ป๐๐ผ ๐ฒ๐ฑ ๐๐ป ๐ฑ๐ถ๐๐๐ฎ๐ฐ๐ฐ๐ผ ๐ฒ๐บ๐ผ๐๐ถ๐ผ๐ป๐ฎ๐น๐ฒ insito e proprio della tecnica e pur tuttavia, questa interpretazione non รจ per niente coerente con quella che il teorico di questa evoluzione aveva elaborato.
Per ๐๐๐ ๐น๐ฒ๐, infatti, ๐๐ฟ๐ฎ๐ป๐๐๐บ๐ฎ๐ป๐ผ ๐ฒฬ “๐น’๐๐ผ๐บ๐ผ ๐ฐ๐ต๐ฒ ๐ฟ๐ถ๐บ๐ฎ๐ป๐ฒ ๐๐บ๐ฎ๐ป๐ผ, ๐บ๐ฎ ๐ฐ๐ต๐ฒ ๐๐ฟ๐ฎ๐๐ฐ๐ฒ๐ป๐ฑ๐ฒ ๐๐ฒ ๐๐๐ฒ๐๐๐ผ, ๐ฟ๐ฒ๐ฎ๐น๐ถ๐๐๐ฎ๐ป๐ฑ๐ผ ๐น๐ฒ ๐ป๐๐ผ๐๐ฒ ๐ฝ๐ผ๐๐ฒ๐ป๐๐ถ๐ฎ๐น๐ถ๐๐ฎฬ ๐ฑ๐ฒ๐น๐น๐ฎ ๐๐๐ฎ ๐ป๐ฎ๐๐๐ฟ๐ฎ ๐๐บ๐ฎ๐ป๐ฎ, ๐ฝ๐ฒ๐ฟ ๐น๐ฎ ๐๐๐ฎ ๐ป๐ฎ๐๐๐ฟ๐ฎ ๐๐บ๐ฎ๐ป๐ฎ” (Huxley, 1955).
Come possiamo vedere da questa illuminante citazione ๐พ๐๐ฎ๐ป๐๐ผ ๐ฑ๐ถ ๐๐บ๐ฎ๐ป๐ผ ๐ฒฬ ๐ฝ๐ฟ๐ฒ๐๐ฒ๐ป๐๐ฒ ๐ถ๐ป ๐ป๐ผ๐ถ ๐ป๐ผ๐ป ๐๐ถ๐ฒ๐ป๐ฒ ๐ฎ๐ฑ ๐ฒ๐๐๐ฒ๐ฟ๐ฒ ๐ฝ๐ฒ๐ป๐ฎ๐น๐ถ๐๐๐ฎ๐๐ผ ๐ฑ๐ฎ๐น๐น๐ฎ ๐๐ฒ๐ฐ๐ป๐ถ๐ฐ๐ฎ ๐บ๐ฎ ๐๐๐๐’๐ฎ๐น๐๐ฟ๐ผ, ๐ฒ๐๐๐ฎ ๐๐ถ๐ฒ๐ป๐ฒ ๐ฎ๐ฑ ๐ฒ๐๐ฎ๐น๐๐ฎ๐ฟ๐ป๐ฒ ๐ถ ๐๐ฒ๐ป๐๐ถ๐บ๐ฒ๐ป๐๐ถ e, per quanto interessa questo lavoro, ๐พ๐๐ฎ๐ป๐๐ผ ๐ฑ๐ถ ๐๐บ๐ฎ๐ป๐ผ ๐ฒฬ ๐ฝ๐ฟ๐ฒ๐๐ฒ๐ป๐๐ฒ ๐ถ๐ป ๐ฝ๐ผ๐๐ฒ๐ป๐๐ถ๐ฎ ๐ด๐น๐ถ ๐ฎ๐๐ฝ๐ฒ๐๐๐ถ ๐ฒ๐บ๐ผ๐๐ถ๐ผ๐ป๐ฎ๐น๐ถ assegnandogli un ruolo che, attraverso di essi, lo rende, come direbbe Nietzsche, “Superuomo”.
Mentre l’๐๐บ๐ฎ๐ป๐ฒ๐๐ถ๐บ๐ผ ๐๐ฒ๐ป๐ฑ๐ฒ ๐ฎ๐ฑ ๐ฎ๐ฐ๐ฐ๐ฒ๐๐๐ฎ๐ฟ๐ฒ ๐น๐ฎ ๐๐๐ผ๐ฟ๐ถ๐ฐ๐ฎ ๐ฐ๐ผ๐ป๐ฑ๐ถ๐๐ถ๐ผ๐ป๐ฒ ๐๐บ๐ฎ๐ป๐ฎ ๐ฒ๐ฑ ๐ถ ๐๐๐ผ๐ถ ๐๐ฎ๐น๐ผ๐ฟ๐ถ, il transumanesimo non ritiene che gli attuali confini dell’umanitร siano accettabili e per l’uomo diventa un aspetto etico quello di travalicare gli attuali confini e di potenziarli sotto l’aspetto della capacitร fisica, percettiva e cognitiva. Il ๐ง๐ฟ๐ฎ๐ป๐๐๐บ๐ฎ๐ป๐ฒ๐๐ถ๐บ๐ผ ๐ฒฬ ๐น๐ฎ ๐ณ๐ถ๐น๐ผ๐๐ผ๐ณ๐ถ๐ฎ ๐ฐ๐ต๐ฒ ๐ฎ๐ณ๐ณ๐ฒ๐ฟ๐บ๐ฎ ๐ฐ๐ต๐ฒ ๐ป๐ผ๐ถ ๐ฝ๐ผ๐๐๐ถ๐ฎ๐บ๐ผ ๐ฒ ๐ฑ๐ผ๐ฏ๐ฏ๐ถ๐ฎ๐บ๐ผ ๐๐๐ถ๐น๐๐ฝ๐ฝ๐ฎ๐ฟ๐ฐ๐ถ ๐ฎ ๐น๐ถ๐๐ฒ๐น๐น๐ถ, ๐ณ๐ถ๐๐ถ๐ฐ๐ฎ๐บ๐ฒ๐ป๐๐ฒ, ๐บ๐ฒ๐ป๐๐ฎ๐น๐บ๐ฒ๐ป๐๐ฒ ๐ฒ ๐๐ผ๐ฐ๐ถ๐ฎ๐น๐บ๐ฒ๐ป๐๐ฒ ๐๐๐ฝ๐ฒ๐ฟ๐ถ๐ผ๐ฟ๐ถ, utilizzando metodi razionali (Sandberg, 1998).
[…]
Oggi vivremmo, secondo questa prospettiva, una fase di transizione in cui piccoli segmenti di tecnologia vengono ad essere utilizzati come protesi nel corpo umano.
Appare evidente che ๐๐๐ด๐ต๐ฒ๐ nella sua analisi evidenzia che ๐ง๐ฟ๐ฎ๐ป๐๐๐บ๐ฎ๐ป๐ฒ๐๐ถ๐บ๐ผ ๐ฒฬ ๐น๐ฎ ๐ณ๐ถ๐น๐ผ๐๐ผ๐ณ๐ถ๐ฎ ๐น๐ฒ ๐๐ฒ๐ฐ๐ป๐ผ๐น๐ผ๐ด๐ถ๐ฒ ๐ณ๐๐ป๐๐ถ๐ผ๐ป๐ฎ๐ป๐ผ ๐ฐ๐ผ๐บ๐ฒ “๐ฝ๐ฟ๐ผ๐น๐๐ป๐ด๐ฎ๐บ๐ฒ๐ป๐๐ถ” ๐ฑ๐ฒ๐น ๐ป๐ผ๐๐๐ฟ๐ผ “๐ฒ๐๐๐ฒ๐ฟ๐ฒ”; chi potrebbe, infatti, in una societร post-industriale, affermare di vivere senza di esse, se siamo permeati di strumenti che quotidianamente diventano sempre piรน parte di “noi stessi”. ๐๐๐๐ฟ๐ฎ๐๐ฒ๐ฟ๐๐ผ ๐ฑ๐ถ ๐ฒ๐๐๐ฒ ๐ป๐ผ๐ถ ๐ฐ๐ถ ๐ฟ๐ถ๐๐ฐ๐ผ๐ฝ๐ฟ๐ถ๐ฎ๐บ๐ผ. ๐ฐ๐ถ ๐ฒ๐๐ฝ๐น๐ผ๐ฟ๐ถ๐ฎ๐บ๐ผ, ๐ฐ๐ถ ๐ป๐ฎ๐ฟ๐ฟ๐ถ๐ฎ๐บ๐ผ.
Accanto a questa visione “futuristica” dell’uomo convive una ๐ฑ๐ถ๐บ๐ฒ๐ป๐๐ถ๐ผ๐ป๐ฒ ๐ฝ๐ถ๐ฬ “๐ฟ๐ผ๐บ๐ฎ๐ป๐๐ถ๐ฐ๐ฎ” che cerca nell’uomo stesso una “nuova creazione” e la tecnologia diventa solo uno “strumento di prolungamento” del pensiero, pertanto ๐ถ๐น ๐๐ฟ๐ฎ๐ป๐๐๐บ๐ฎ๐ป๐ฒ๐๐ถ๐บ๐ผ ๐ฒฬ ๐ฐ๐ผ๐ป๐๐ถ๐ฑ๐ฒ๐ฟ๐ฎ๐๐ผ ๐ฐ๐ผ๐บ๐ฒ ๐๐ป’๐ฎ๐น๐๐ฒ๐ฟ๐ฎ๐๐ถ๐ผ๐ป๐ฒ ๐ฑ๐ฒ๐น๐น’๐ฒ๐๐๐ฒ๐ฟ๐ฒ, ๐๐ป ๐บ๐ผ๐ฑ๐ผ ๐ฝ๐ฒ๐ฟ ๐๐ป๐ฎ๐๐๐ฟ๐ฎ๐ฟ๐ฒ ๐น’๐ฒ๐๐๐ฒ๐ฟ๐ฒ ๐ฑ๐ฎ๐น๐น๐ฎ ๐๐๐ฎ ๐ฒ๐๐๐ฒ๐ป๐๐ฎ ๐ฎ๐๐ฎ๐๐ถ๐ฐ๐ฎ ๐บ๐ฎ ๐ถ๐ป ๐๐ป๐ฎ ๐ฝ๐ฟ๐ผ๐๐ฝ๐ฒ๐๐๐ถ๐๐ฎ ๐ฝ๐ผ๐๐ฒ๐ป๐๐ถ๐ฎ๐ป๐๐ฒ ๐ฒ ๐บ๐ถ๐ด๐น๐ถ๐ผ๐ฟ๐ฎ๐๐ถ๐๐ฎ.
[…]
๐๐ฎ ๐บ๐ฒ๐ป๐๐ฒ […] ๐ฒฬ ๐๐๐ฟ๐ฒ๐๐๐ฎ๐บ๐ฒ๐ป๐๐ฒ ๐ฒ ๐ถ๐ป๐ฒ๐๐๐ฟ๐ถ๐ฐ๐ฎ๐ฏ๐ถ๐น๐บ๐ฒ๐ป๐๐ฒ ๐ฑ๐ถ๐ฝ๐ฒ๐ป๐ฑ๐ฒ๐ป๐๐ฒ ๐ฑ๐ฎ๐น ๐ฐ๐ผ๐ฟ๐ฝ๐ผ ๐ฒ ๐ฑ๐ฎ๐น๐น๐ฒ ๐ฒ๐๐ฝ๐ฒ๐ฟ๐ถ๐ฒ๐ป๐๐ฒ ๐ฎ ๐ฐ๐๐ถ ๐ฎ๐ฝ๐ฝ๐ฎ๐ฟ๐๐ถ๐ฒ๐ป๐ฒ ๐ถ๐ป ๐พ๐๐ฎ๐ป๐๐ผ ๐ฐ๐ผ๐๐๐ถ๐๐๐ถ๐๐ฎ ๐ฑ๐ฎ ๐๐๐ฟ๐ฎ๐๐ถ๐ณ๐ถ๐ฐ๐ฎ๐๐ถ๐ผ๐ป๐ถ ๐ถ๐ป๐๐ฒ๐ฟ๐น๐ฒ๐ด๐ฎ๐๐ฒ ๐ฑ๐ฎ ๐ฑ๐ถ๐ป๐ฎ๐บ๐ถ๐ฐ๐ต๐ฒ ๐ถ๐ป๐ป๐ฎ๐๐ถ๐๐๐ถ๐ฐ๐ต๐ฒ ๐ฒ ๐ฑ๐ฎ๐น๐น๐ฒ ๐ฒ๐๐ฝ๐ฒ๐ฟ๐ถ๐ฒ๐ป๐๐ฒ ๐พ๐๐ผ๐๐ถ๐ฑ๐ถ๐ฎ๐ป๐ฒ, ๐ฑ๐ฎ ๐บ๐ฒ๐บ๐ผ๐ฟ๐ถ๐ฎ ๐ถ๐ป๐ฐ๐ผ๐ป๐๐ฐ๐ถ๐ฎ ๐ฒ ๐ฑ๐ฎ ๐ฎ๐๐๐ผ๐บ๐ฎ๐๐ถ๐๐บ๐ถ ๐ฐ๐ผ๐๐๐ฟ๐๐ถ๐๐ถ ๐๐ฎ๐ฝ๐ถ๐ฒ๐ป๐๐ฒ๐บ๐ฒ๐ป๐๐ฒ ๐ฑ๐ฎ ๐๐ป๐ฎ ๐ฒ๐๐ผ๐น๐๐๐ถ๐ผ๐ป๐ฒ ๐ฝ๐๐ถ๐ฐ๐ผ๐ด๐ฒ๐ป๐ฒ๐๐ถ๐ฐ๐ฎ.
Se si volesse ricercare un centro unico di comando situato nel cervello si cercherebbe invano; sicuramente vi sono competenze di zone preposte a specifiche attivitร , esse non sono rigide ma mutano grazie a connessioni con altre parti del cervello e in relazione agli stimoli e alle esperienze; si tratta di interazioni tra “un largo insieme di sistemi nelle primitive cortecce sensoriali e nelle cortecce motorie che costituirร la base della conoscenza dei “sensi” e dell’azione” (Damasio A., Damasio H., 1994).
Le esperienze svolgono una funzione importante nel gestire le informazioni che devono pervenire alla mente ma allo stesso tempo anche le modalitร con cui la mente elabora tali informazioni.
๐๐ฒ ๐ฒ๐๐ฝ๐ฒ๐ฟ๐ถ๐ฒ๐ป๐๐ฒ ๐ฐ๐ฟ๐ฒ๐ฎ๐ป๐ผ ๐ฟ๐ฎ๐ฝ๐ฝ๐ฟ๐ฒ๐๐ฒ๐ป๐๐ฎ๐๐ถ๐ผ๐ป๐ถ, ๐๐๐ถ๐บ๐ผ๐น๐ฎ๐ป๐ผ ๐ฒ ๐บ๐ผ๐ฑ๐ถ๐ณ๐ถ๐ฐ๐ฎ๐ป๐ผ ๐ถ ๐ฐ๐ถ๐ฟ๐ฐ๐๐ถ๐๐ถ ๐ฐ๐ฒ๐ฟ๐ฒ๐ฏ๐ฟ๐ฎ๐น๐ถ che mediano in maniera specifica il processing dei diversi tipi di informazioni, e ๐ป๐ฒ ๐ณ๐ฎ๐๐ผ๐ฟ๐ถ๐๐ฐ๐ผ๐ป๐ผ cosรฌ ๐น๐ผ ๐๐๐ถ๐น๐๐ฝ๐ฝ๐ผ” (Siegel, 2001).
In tutta questa disamina, appare opportuno chiedersi ๐พ๐๐ฎ๐น๐ฒ ๐ฟ๐๐ผ๐น๐ผ ๐๐๐ผ๐น๐ด๐ผ๐ป๐ผ ๐น๐ฒ ๐ฒ๐บ๐ผ๐๐ถ๐ผ๐ป๐ถ.
ย ร possibile pensare che la componente emotiva possa essere completamente rimossa da queste analisi? Due sono gli elementi che diversificano gli uomini, il proprio patrimonio genetico e la propria esperienza; l’interazione tra questi due elementi crea ๐บ๐ฒ๐ป๐๐ถ ๐ฑ๐ถ๐๐ฒ๐ฟ๐๐ฒ ๐ฒ ๐๐ป๐ถ๐ฐ๐ต๐ฒ.
In tutto questo l’elemento emozionale diventa il ๐ฐ๐ผ๐ฟ๐ฝ๐๐ ๐ฐ๐ฎ๐น๐น๐ผ๐๐๐บ che collega la dimensione biologica con quella sociale. L’ipotesi avanzata da Damasio รจ che nei processi che a noi appaiono totalmente dominati dalla ragione in realtร vi รจ il ๐ฐ๐ผ๐ป๐๐ฟ๐ถ๐ฏ๐๐๐ผ ๐ฑ๐ถ ๐๐ป๐ฎ ๐ณ๐ผ๐ฟ๐๐ฒ ๐ฐ๐ผ๐บ๐ฝ๐ผ๐ป๐ฒ๐ป๐๐ฒ ๐ฒ๐บ๐ผ๐๐ถ๐ผ๐ป๐ฎ๐น๐ฒ costituitasi nel tempo e che agisce in forma automatica determinando, in un processo unitario emozione/ ragione, i presupposti capaci di dare risposte immediate alle molteplici domande che affollano il nostro cervello e che richiedono risposte comportamentali e linguistiche molteplici e veloci.
Secondo Damasio ๐น’๐ฒ๐๐ฝ๐ฒ๐ฟ๐ถ๐ฒ๐ป๐๐ฎ ๐ฒ๐บ๐ผ๐๐ถ๐ผ๐ป๐ฎ๐น๐ฒ, che Wilma Bucci definisce “๐๐ถ๐บ๐ฏ๐ผ๐น๐ถ๐ฐ๐ฎ/๐ป๐ผ๐ป ๐๐ฒ๐ฟ๐ฏ๐ฎ๐น๐ฒ”, nel tempo determina una “๐ถ๐ป๐๐ฒ๐น๐น๐ถ๐ด๐ฒ๐ป๐๐ฎ ๐๐ผ๐บ๐ฎ๐๐ถ๐ฐ๐ผ/๐ฒ๐บ๐ผ๐๐ถ๐ผ๐ป๐ฎ๐น๐ฒ” che permette di automatizzare alcune scelte che operano senza bisogno di elaborazione razionale.
Damasio ha definito questa operazione come “intervento dei marcatori somatici”. Risulterebbe, in tal modo, che “l’apparato della razionalitร non รจ indipendente da quello della regolazione biologica, e che ๐น๐ฒ ๐ฒ๐บ๐ผ๐๐ถ๐ผ๐ป๐ถ ๐ฒ ๐ถ ๐๐ฒ๐ป๐๐ถ๐บ๐ฒ๐ป๐๐ถ ๐๐ฝ๐ฒ๐๐๐ผ ๐๐ผ๐ป๐ผ ๐ถ๐ป ๐ด๐ฟ๐ฎ๐ฑ๐ผ ๐ฑ๐ถ ๐ฐ๐ผ๐ป๐ฑ๐ถ๐๐ถ๐ผ๐ป๐ฎ๐ฟ๐ฒ ๐ณ๐ผ๐ฟ๐๐ฒ๐บ๐ฒ๐ป๐๐ฒ, ๐ฒ ๐ฎ ๐ป๐ผ๐๐๐ฟ๐ฎ ๐ถ๐ป๐๐ฎ๐ฝ๐๐๐ฎ, ๐น๐ฒ ๐ป๐ผ๐๐๐ฟ๐ฒ ๐ฐ๐ผ๐ป๐๐ถ๐ป๐๐ถ๐ผ๐ป๐ถ ๐ฒ ๐น๐ฒ ๐ป๐ผ๐๐๐ฟ๐ฒ ๐๐ฐ๐ฒ๐น๐๐ฒ” (Damasio A., 2000).
Si tratta di una problematica che coinvolge scelte personali e sociali che influiscono io modo determinante sul nostro futuro, sulla nostra quotidianitร e conseguentemente sul nostro benessere psicofisico. “๐น๐ฒ ๐ฒ๐บ๐ผ๐๐ถ๐ผ๐ป๐ถ ๐ฒ ๐ถ ๐๐ฒ๐ป๐๐ถ๐บ๐ฒ๐ป๐๐ถ ๐๐ฝ๐ฒ๐๐๐ผ ๐’๐ฒ๐บ๐ผ๐๐ถ๐ผ๐ป๐ฒ ๐ฒ ๐น’๐ฒ๐๐ฝ๐ฒ๐ฟ๐ถ๐ฒ๐ป๐๐ฎ ๐ฑ๐ฒ๐น๐น’๐ฒ๐บ๐ผ๐๐ถ๐ผ๐ป๐ฒ ๐ฟ๐ฎ๐ฝ๐ฝ๐ฟ๐ฒ๐๐ฒ๐ป๐๐ฎ๐ป๐ผ ๐น๐ฒ ๐ฒ๐๐ฝ๐ฟ๐ฒ๐๐๐ถ๐ผ๐ป๐ถ ๐ฑ๐ถ๐ฟ๐ฒ๐๐๐ฒ ๐ฑ๐ฒ๐ถ ๐น๐ถ๐๐ฒ๐น๐น๐ถ ๐ฝ๐ถ๐ฬ ๐ฎ๐น๐๐ถ ๐ฑ๐ถ ๐ฏ๐ถ๐ผ๐ฟ๐ฒ๐ด๐ผ๐น๐ฎ๐๐ถ๐ผ๐ป๐ฒ ๐ป๐ฒ๐ด๐น๐ถ ๐ผ๐ฟ๐ด๐ฎ๐ป๐ถ๐๐บ๐ถ ๐ฐ๐ผ๐บ๐ฝ๐น๐ฒ๐๐๐ถ. Se non consideriamo le emozioni -sostiene Damasio- capire l’insieme dei processi di bioregolazione diventa impossibile, soprattutto per quanto riguarda le relazioni fra un organismo e gli aspetti piรน complessi dell’ambiente: societร e cultura” (Damasio A., 2000).
Nella ”societร liquida” (Bauman, 2002) sono numerosi i mutamenti determinati dalle tecnologie e che coinvolgono la persona nella sua totalitร . Questo cambiamento produce un mutamento che inevitabilmente interferisce con il processo emozionale, l’uomo puรฒ vivere una nuova esperenzialitร grazie ad una diversa modalitร di rapporto intra e interpersonale che non si esaurisce all’interno del contesto fisico-sociale statico ma si evolve in un villaggio globale (McLuhan, 1977) dinamico e interattivo dove si ha la possibilitร di attivare pro-cessi, grazie anche alla molteplicitร di soggetti che popolano la rete Internet.
๐๐ฒ ๐ฟ๐ฒ๐น๐ฎ๐๐ถ๐ผ๐ป๐ถ ๐ถ๐ป๐๐ฒ๐ฟ๐ฝ๐ฒ๐ฟ๐๐ผ๐ป๐ฎ๐น๐ถ, ๐ถ๐ป๐ฑ๐ถ๐ฝ๐ฒ๐ป๐ฑ๐ฒ๐ป๐๐ฒ๐บ๐ฒ๐ป๐๐ฒ ๐ฑ๐ฎ๐น ๐น๐๐ผ๐ด๐ผ ๐ณ๐ถ๐๐ถ๐ฐ๐ผ ๐ฒ ๐๐ถ๐ฟ๐๐๐ฎ๐น๐ฒ, ๐ฑ๐ฒ๐๐ฒ๐ฟ๐บ๐ถ๐ป๐ฎ๐ป๐ผ ๐ฝ๐ฟ๐ผ๐ฐ๐ฒ๐๐๐ถ ๐ป๐ฒ๐๐ฟ๐ผ๐ณ๐ถ๐๐ถ๐ผ๐น๐ผ๐ด๐ถ๐ฐ๐ถ ๐ถ๐บ๐ฝ๐ผ๐ฟ๐๐ฎ๐ป๐๐ถ. “I nostri rapporti con gli altri hanno una influenza fondamentale sul nostro cervello: i circuiti che mediano le esperienze sociali sono strettamen-te correlati a quelli responsabili dell’integrazione dei processi che controllano l’attribuzione di significati, la regolazione delle funzioni dell’organismo, la modulazione delle emozioni, l’organizzazione della memoria e la capacitร di comunicazione.
Le relazioni interpersonali svolgono quindi un ruolo centrale nel determinare lo sviluppo delle strutture cerebrali nelle prime fasi della nostra vita, e continuano ad esercitare influenze importanti sulle attivitร della mente durante tutta la nostra esistenza” (Siegel, 2001).
๐๐ช๐๐ฃ๐๐ค ๐ก๐ ๐๐ค๐ฃ๐ค๐จ๐๐๐ฃ๐ฏ๐ ๐จ๐ ๐๐ค๐ข๐๐๐ฃ๐ ๐๐ค๐ฃ ๐ก’๐๐ข๐ค๐ฏ๐๐ค๐ฃ๐, ๐๐ก ๐จ๐ค๐๐๐๐ฉ๐ฉ๐ค ๐๐จ๐จ๐๐ฅ๐ค๐ง๐ ๐ช๐ฃ๐ ๐ฅ๐๐๐ฃ๐๐ฏ๐ฏ๐ ๐๐จ๐ฅ๐ง๐๐จ๐จ๐๐ซ๐ ๐ ๐ช๐ฃ๐ ๐ง๐๐๐๐๐๐ฏ๐ฏ๐ ๐๐ ๐ซ๐๐ฉ๐ ๐๐๐ก ๐ฉ๐ช๐ฉ๐ฉ๐ค ๐๐ฃ๐๐๐๐ฉ๐: ๐ฬ “๐ก’๐๐จ๐จ๐๐ฃ๐ฏ๐๐๐ก๐ ๐๐ฃ๐ซ๐๐จ๐๐๐๐ก๐ ๐๐๐ก๐ ๐ค๐๐๐๐”.
P’rima dell’uso – per cosรฌ dire – diretto, degli strumenti tecnologici ๐ฒฬ ๐ป๐ฒ๐ฐ๐ฒ๐๐๐ฎ๐ฟ๐ถ๐ผ ๐ฐ๐ฟ๐ฒ๐ฎ๐ฟ๐ฒ ๐ฑ๐ฒ๐น๐น๐ฒ ๐บ๐ฒ๐ป๐๐ถ ๐ฎ๐ฝ๐ฒ๐ฟ๐๐ฒ ๐ฒ ๐ฎ๐ฑ๐ฒ๐ด๐๐ฎ๐๐ฒ ๐ฎ๐น๐น’๐ฎ๐ป๐ฎ๐น๐ถ๐๐ถ ๐ฒ ๐ฎ๐น๐น’๐ถ๐ป๐๐ฒ๐ฟ๐ฝ๐ฟ๐ฒ๐๐ฎ๐๐ถ๐ผ๐ป๐ฒ ๐๐ฒ๐บ๐ฝ๐ฟ๐ฒ ๐ฝ๐ถ๐ฬ ๐ฐ๐ผ๐บ๐ฝ๐น๐ฒ๐๐๐ฎ ๐ฒ ๐ฟ๐ถ๐ฐ๐ฐ๐ฎ ๐ฑ๐ถ ๐๐ณ๐๐บ๐ฎ๐๐๐ฟ๐ฒ ๐๐ถ ๐๐ฟ๐ฎ๐๐๐ฎ ๐ฑ๐ถ ๐ฑ๐ถ๐ป๐ฎ๐บ๐ถ๐ฐ๐ต๐ฒ ๐ฑ๐ถ๐ณ๐ณ๐ถ๐ฐ๐ถ๐น๐ถ ๐ฑ๐ฎ ๐ฐ๐ผ๐บ๐ฝ๐ฟ๐ฒ๐ป๐ฑ๐ฒ๐ฟ๐ฒ ๐ป๐ฒ๐น๐น’๐ถ๐บ๐บ๐ฒ๐ฑ๐ถ๐ฎ๐๐ฒ๐๐๐ฎ ๐ฝ๐ฒ๐ฟ๐ฐ๐ต๐ฒฬ ๐น๐ฒ ๐ป๐๐ผ๐๐ฒ ๐๐ฐ๐ผ๐ฝ๐ฒ๐ฟ๐๐ฒ ๐๐ฐ๐ถ๐ฒ๐ป๐๐ถ๐ณ๐ถ๐ฐ๐ต๐ฒ ๐๐ฒ๐ป๐ฑ๐ผ๐ป๐ผ ๐ฎ ๐น๐ถ๐พ๐๐ฒ๐ณ๐ฎ๐ฟ๐ฒ ๐ถ ๐ฝ๐ฎ๐ฟ๐ฎ๐ฑ๐ถ๐ด๐บ๐ถ ๐ฐ๐ผ๐ป๐ผ๐๐ฐ๐ถ๐๐ถ๐๐ถ ๐๐๐ฟ๐๐๐๐๐ฟ๐ฎ๐๐ถ ๐ฐ๐ฟ๐ฒ๐ฎ๐ป๐ฑ๐ผ ๐๐ป๐ฎ ๐ฑ๐ฒ๐๐๐ฎ๐ฏ๐ถ๐น๐ถ๐๐๐ฎ๐๐ถ๐ผ๐ป๐ฒ ๐ฐ๐ต๐ฒ ๐ณ๐ฎ ๐ป๐ฎ๐๐ณ๐ฟ๐ฎ๐ด๐ฎ๐ฟ๐ฒ ๐ฎ๐ป๐ฐ๐ต๐ฒ “๐ถ๐น ๐ฝ๐ถ๐ฬ ๐ณ๐ผ๐ฟ๐๐ฒ”.
La grande sfida a cui la scuola e il sistema educativo, deve far fronte รจ quella di creare ๐๐ผ๐บ๐ถ๐ป๐ถ ๐ถ๐ป ๐ด๐ฟ๐ฎ๐ฑ๐ผ ๐ฑ๐ถ ๐๐ฎ๐ฝ๐ฒ๐ฟ ๐๐ถ๐๐ฒ๐ฟ๐ฒ ๐น๐ฎ ๐๐ถ๐๐ฎ ๐ป๐ฒ๐ถ “๐บ๐ผ๐ป๐ฑ๐ถ ๐ฝ๐ผ๐๐๐ถ๐ฏ๐ถ๐น๐ถ” (Goodman, 1978).
Sibilio M, I Significati del Movimento nella Ricerca Didattica, 2012, Liguori Editore,Cap. 11